Tutti i bambini di Spielberg (o quasi)

Il cinema di Steven Spielberg è per una buona parte cinema per bambini, sui bambini ma soprattutto atttraverso i bambini. Oltre la narrazione compare un punto di vista costantemente meravigliato delle potenzialità del mezzo cinematografico, della fascinazione delle immagini e della costruzione filmica. Anche in film “adulti” Spielberg ci fa regredire o ci mette a confronto con il nostro stupore di bambini.

Lo squalo

Lo squalo minaccia gli esseri umani senza distinzione di età ma la meraviglia per la creatura mostruosa e l’avventura della sua ricerca ci ritrova tutti bambini: la caccia prende a tratti la connotazione del gioco. Spielberg mescola temi “alti” da Melville e Hemingway alla cultura pop senza perdere d’occhio la traccia favolistica.

Incontri ravvicinati del terzo tipo

In Incontri ravvicinati del terzo tipo spetta al piccolo Barry sperimentare in prima persona l’incontro con gli alieni, senza averne paura e affascinato dalle splendide luci che scendono dal cielo e dalla misteriosa e ipnotica melodia di cinque note che invita a giocare. Il tema del Pinocchio disneyiano ricorre più volte e When You Wish Upon A Star riecheggia quando il protagonista, circondato da alieni che dei bambini hanno l’altezza e le movenze, si fa portare via da loro verso un viaggio che è forse la realizzazione di un sogno dell’infanzia.

In 1941 – Allarme a Hollywood gli adulti, con le loro paure di invasioni giapponesi, si rivelano degli inguaribili bambinoni (John Belushi per primo) alle prese con giocattoli troppo grandi per loro; persino il generale che dovrebbe occuparsi di organizzare la difesa viene sorpreso al cinema mentre si commuove guardando Dumbo.

I predatori dell’arca perduta e in generale la serie di Indiana Jones è un unico grande luna park, con scheletri, serpenti, topi, insetti e altri animali “schifosi”, cattivoni che spaventano e divertono come i fantocci del tunnel degli orrori, mentre i protagonisti vengono sballottati qua e là su un gigantesco ottovolante di continue invenzioni e peripezie.

E.T. L'extra-terrestre

E` invece E.T. L’extra-terrestre  il primo film spielberghiano a raccontare una storia per  bambini e da bambini  interpretata. Elliott, Gerthie e Michael sono testimoni del primo “incontro ravvicinato” e proteggono l’alieno da un mondo fatto di adulti, mondo nemico, in quanto scettico o fin troppo interessato, tanto a loro quanto a E.T.; è un segreto da custodire in camera e da rivelare solo ai coetanei. La magia è quella della favola di Peter Pan: la radura nel bosco da dove “telefonare casa” diventa un’Isola che non c’è che i grandi non possono o non devono trovare. Anche la macchina da presa assume il punto di vista e l’altezza dei piccoli protagonisti, a indicare maggiore meraviglia per l’ignoto e per un mondo che ci appare di colpo immenso anche se quasi completamente limitato all’interno della casa dove si svolge la maggior parte dell’azione.

L'impero del sole

La guerra e la prigionia viste dal giovanissimo Jim sono invece al centro del ballardiano L’impero del sole. L’invasione della Cina da parte del Giappone separa il protagonista (un quasi esordiente e bravissimo Christian Bale) dai genitori e dal mondo sicuro e protetto in cui viveva per precipitarlo all’interno della guerra, della prigionia, della fame e della morte. Pur costretto a crescere in fretta, Jim non perde il suo sguardo meravigliato ed entusiasta: caccia a volo radente e bombardieri sono giganteschi giocattoli che per la prima volta sono visibili da vicino, quasi a portata di mano, e poco importa del pericolo che rappresentano. La terribile luce della prima bomba atomica diventa un’anima che vola in cielo; l’aviatore giapponese, kamikaze fallito, diventa un amico con cui condividere una passione.

Un grande che impara a ritrovare l’infanzia è invece il protagonista di Hook – Capitan Uncino, in cui Robin Williams interpreta un Peter Pan immemore del proprio passato che riscopre la possibilità di credere di nuovo alle favole e alla capacità di volare grazie a un nuovo “pensiero felice”.

Jurassic Park

Jurassic Park è di nome e di fatto un parco di divertimenti tematico per i bambini in scena ma anche per gli spettatori che bambini ridiventano, stupiti dalla potenza dell’effetto digitale che porta sullo schermo splendidi mostri che fino ad allora erano stati quasi sempre animati a passo uno.

Schindler's List

E’ il cappotto rosso di una bambina ebrea, unica macchia di colore in un film rigidamente in bianco e nero, a sottolineare l’orrore in Shindler’s List. Lo vediamo due volte, condividendo lo sguardo del protagonista: la prima quando la piccola sembra sfuggire al rastrellamento del ghetto; la seconda quando il corpo della piccola viene riesumato e avviato insieme ad altre migliaia alla cremazione con cui i nazisti tentato di nascondere le prove dei loro massacri.

Un bambino falso ma “più umano dell’umano” è il protagonista di A.I. – Intelligenza artificiale, tra un Pollicino e un Pinocchio ipertecnologico che, come il suo predecessore di legno, anela a diventare un bambino vero. Il suo ultimo desiderio sarà quello di vivere ancora un giorno con la madre adottiva.

La salvezza dei figli è al centro delle preoccupazioni di Tom Cruise di fronte all’invasione aliena nella versione spielberghiana della Guerra dei mondi. Perso il primogenito, attratto  dal fascino dell’evento, è la sorella minore Rachel a diventare l’unico pensiero del protagonista, che si occupa al tempo stesso di proteggerla dalla cattura da parte degli extraterrestri e dall’orrore della vita sul pianeta sconvolto dall’attacco. In un film influenzato nell’estetica e nei temi dagli attentati dell’11 settembre, il nemico da cui fuggire è una minaccia esterna ma anche la follia paranoide degli stessi terrestri.


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